La figura di babbo natale mescola tradizione e marketing. La storia di questo personaggio che rallegra il Natale di tutti noi e diffonde felicità e speranza rappresenta uno dei più grandi esempi della forza e delle potenzialità che il marketing può avere.
Siamo abituati ad immaginare un babbo natale anziano, paffutello, vestito di rosso e che dice: “oh oh!”
Ma come è nata la figura di babbo natale? Perché è stato rappresentato in questo modo e da chi?
Tradizione: chi è babbo natale?
La figura di babbo natale ha origini molto antiche. Il primo babbo natale fu San Nicola di Myra, o di Bari, un vescovo greco nato nella città di Myra, nell’attuale Turchia, nel III Secolo d.C.
San Nicola viene ricordato dalla tradizione cristiana con grande affetto. Divenne santo per aver resuscitato cinque bambini, inoltre, era solito regalare alle famiglie più povere delle città che visitava delle pietre preziose, che lasciava cadere nelle loro case dai camini, non volendo farsi vedere nel suo gesto generoso. Un gesto che ancora oggi è ricordato e associato al culto di babbo natale, che entra dal camino delle abitazioni e lascia i regali ai bambini che si sono comportati bene durante l’anno.
Come era rappresentato babbo natale?
Fino agli anni ’30 il nostro babbo natale era raffigurato in mille modi: alto, basso, con o senza barba, a volte perfino con le sembianze di un elfo.
Spesso indossava abiti verdi, ma sono presenti anche disegni che rappresentavano l’uomo in abiti rossi.
Infatti, secondo la tradizione vichinga, il dio Odino, verso la fine del mese di dicembre, era solito trasformarsi in Jule (nome che oggi viene usato in Norvegia per definire il periodo di vacanze di Natale) ed aggirarsi nei villaggi più poveri e bisognosi, portando agli abitanti soldi e doni di ogni tipo. L’arrivo di questa divinità preannunciava la primavera e proprio come richiamo a questa, pare che Jul si vestisse proprio di verde. Questo spiega perché in molte rappresentazioni antiche, San Nicola sia vestito di verde.
Ma quindi… come ha fatto questo babbo natale di tradizione vichinga a trasformarsi nella figura che oggi conosciamo e che è famosa in tutto il mondo?
La potenza del marketing: il ruolo di Coca Cola
Nel 1931, Coca Cola, azienda leader mondiale, affidò al fumettista Haddon Sundblom la creazione di una campagna pubblicitaria natalizia. L’artista ebbe l’idea di utilizzare la figura di babbo natale, ridisegnandola e adattandola al logo e ai colori dell’azienda, ovvero il bianco ed il rosso.
La campagna di marketing ebbe un successo incredibile, che definì l’identità di babbo natale.
È in questo momento che la figura del babbo natale che oggi conosciamo prende vita, la figura di un uomo paffutello e con la barba bianca, dall’espressione buona, accompagnato dal suo cane e dalle renne, che guidano la sua slitta verso le case di ogni bambino del mondo nella notte di Natale.
Da quell’anno in poi, ogni Natale era accompagnato da uno spot di Coca Cola. L’azienda utilizzò il suo Santa Claus non solo nelle comunicazioni pubblicitarie in tv, ma anche in cartelloni, riviste e addirittura l’uomo vestito di rosso con la barba bianca sbarcò anche sulle lattine stesse.
Come precisa anche Coca Cola stessa (clicca qui per l’articolo), l’idea di vestire babbo natale di rosso non è stata loro. Come già detto, anche prima della rivoluzionaria campagna pubblicitaria del 1931 babbo natale era, delle volte, rappresentato con abiti rossi. Tuttavia, il ruolo dell’azienda, è stato quello di creare l’immagine del moderno babbo natale.
La potenza del marketing
Questa particolare storia ci dimostra quanto potente e manipolatore può essere il marketing. Coca Cola, sfruttando la sua reputazione e la sua forza, è stata capace di impossessarsi di una figura “leggendaria” come Babbo Natale. Non solo si è impadronita di questo, ma lo ha modificato e adattato alla propria identità, come se avesse sempre fatto parte dell’azienda stessa, quasi come se fosse stata Coca Cola ad averlo introdotto fin dall’inizio.
In poche parole, Babbo Natale, grazie al marketing, è diventato un testimonial dell’azienda.
Grazie al marketing, abbiamo imparato che è possibile anche manipolare qualcosa di gigante, come il culto di un santo o di una tradizione centenaria, adattandolo e fondendolo indissolubilmente al proprio brand.
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